La storia del territorio
Là, dove i pendii del Collio degradano dolcemente per aprirsi nella valle del fiume Isonzo, in un angolo di terra protetto a nord dalle Alpi ed aperto a sud alle correnti calde del mare Adriatico, già durante il VII secolo a.C., “clan” Celti, trovando un clima mite ed una natura ospitale, si trasformarono da nomadi a pieno servizio in agricoltori stanziali (…l’uomo da sempre ha imparato a scegliere le terre migliori per impiantare le proprie coltivazioni), mantenendo sempre, però, inalterato il loro carattere orgoglioso, impetuoso e combattivo.
Farra d’Isonzo si trasforma brevemente in centro di transito, dove interagiscono diverse culture, creando le premesse per la nascita di una lingua (…il friulano!) quale collante per un gruppo etnico particolare che voleva anche un’identità territoriale.
Sul monte Fortino (…la più alta delle colline che circondano Farra), viene immediatamente eretta una torre di avvistamento, affinché delle vedette sorvegliassero la valle dell’adiacente fiume Isonzo, sul quale era stato costruito, in prossimità della Mainizza (…antico borgo di Farra d’Isonzo), un ponte per i collegamenti alla via Gemina ed alla via Julia Augusta
Resti dell'antico ponte romano sull'Isonzo, loc. Mainizza.
1. 2. Bassorilievi rafficuranti divinità fluviali ed 3. Aretta con dedica al Dio Aesontius rinvenuti a Farra d'Isonzo - loc. Mainizza
Nel 238 d.C., le truppe di Massimino il Trace, giunto con i suoi eserciti dalle lontane brume della Pannonia, trovò la strada tagliata da un fiume dal corso impetuoso : il ponte era stato preventivamente distrutto dalle popolazioni locali per fermare la sua avanzata. Massimino fece, allora, costruire un passaggio di fortuna sull’Isonzo con le botti di legno requisite nel circondario. Le invasioni continuarono nel 401 - 408 d.C. con il dilagare dei Visigoti di Alarico, che dopo aver valicato le Alpi Giulie, arrivarono fino alla pianura veneta, trascinandosi dietro l’invasione degli Ostrogoti di Radagaiso, che guadarono l’Isonzo presso la Mainizza (frazione di Farra d’Isonzo);
nel 452 d.C. fu la volta degli Unni, guidati da un abile, astuto ed implacabile guerriero, come in effetti era Attila, seguiti nel 490 d.C. dalle orde di Teodorico.
Nel 568 d.C. giungono dalle sedi pannoniche i Longobardi guidati dal Re Alboino, che avrebbero così tanto influenzato la storia, gli usi ed i costumi friulani;
Archi longobardi
la minuta trama degli insediamenti di questo popolo che vennero ad intrecciarsi nel Friuli, si può intravedere solo attraverso un’attenta ricognizione di tutti gli indizi offerti dai documenti, dai ritrovamenti archeologici e dai toponimi:
Frammenti ritrovati fra le rovine del ponte romano a Farra d'Isonzo - loc. Mainizza
Nel 1643 arriva a Farra d'Isonzo, come ospite gradito del conte Riccardo Strassoldo, il domenicano Basilio Pica, già professore di teologia a Praga ed a Brno, al cui seguito giunge anche l'aristocratica famiglia Pitteri, che ivi stabilitasi, costruì quella magnifica residenza, ora distrutta, che fu Villa Pitteri,
dove naquero Giovanni Battista Pitteri (...deputato al parlamento di Vienna), il di lui figlio Ferdinando (...podestà di Trieste per due legislature), ed il poeta Riccardo Pitteri (29/5/1853-24/10/1915) che immortalò nei carmi il sereno vivere e la pace dei campi.
Dopo la guerra di Gradisca, nel corso del Seicento, non accaddero in Friuli avvenimenti di rilievo internazionale, a parte la sorda lotta diplomatica fra Vienna e Venezia....